Ovviamente non è colpa degli arbitri, loro fanno cio che possono, la responsabilità va cercata nel metodo di assegnazione e di insegnamento dei metodi e le regole di arbitraggio.

Sembra che ogni arbitro interpreti le partite a modo suo.

Ennesima partita con falli ben visibili, come quelli di mano, non assegnati, che condizionano l’andamento della gara,  due plateali ad opera della squadra di casa, ma il punto non riguarda i falli di mano, non principalmente, ma le partite che si fanno troppo pesanti anche per  l’utilizzo superficiale dei cartellini.

Non mi riferisco al squadra del San Bernardo, che apprezzo, e che ringrazio per aver dato immediato soccorso ai nostri calciatori, che hanno subito i falli, immagino involontari, ma i riferimenti sono generali, dove a farne le spese sono sempre i nostri, che si limitano a leccarsi le ferite e incassare senza colpo ferire.

La precedente partita il Nostro mortillaro si è preso un cartellino giallo per, cito testualmente, “aver detto tre volte no”, per altro in episodi diversi.

Nella stessa partita, due attaccanti sono stati atterrati in area, platealmente e volontariamente, nel caso di Mortillaro aveva saltato il portiere, ultimo uomo, con un pallonetto, lo stesso, si è girato e ha messo giu l’attaccante lanciato in porta con il pallone.

Rosso? manco a parlarne!

Vilema e Gningue, sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso, il primo per una frattura al polso, dopo una fuga sulla fascia, il secondo ancora in visita per definire i traumi.

Non solo, Boaventura dovrà effettuare delle visite in settimana per un brusco contrasto che lo avrebbe reso assente per una 15a di secondi a terra.

Alla fine dichiarando di stare bene ha preferito proseguire e ha segnato una doppietta.

Tutto questo senza reagire in maniera scomposta e senza inveire contro arbitri, avversari  e panchine.

Lo capiamo però che di questo passo non è possibile andare avanti?

I calciatori di tutte le squadre, il giorno dopo la partita domenicale devono lavorare, chi fa il ponteggiatore, chi il cameriere…

Non godono di contratti milionari, se non lavorano non mangiano.

Se accadesse alle leve maggiori ai cosi detti professionisti, la stampa ne farebbe un caso, ma quando tocca ai cosiddetti dilettanti sembra non interessate a nessuno.

È noto e stra-noto che in terza e seconda categoria il gioco è duro, ma tutto ha un limite e questo limite devono marcarlo, federazione, società, calciatori ma quando ciò non avviene DEVONO PENSARCI gli arbitri, che ovviamente devono essere supportati e tutelati insieme ai calciatori.

Un ringraziamento alla societa calcistica San Bernardo, ci auguriamo di poter aprire insieme a loro e ad altri colleghi un ragionamento costruttivo in tal senso.

OCCORRE UN CORRETTIVO PERCHE OGGI CIO NON ACCADE.

Guglielmo Bonanno.